La scomparsa di piccoli negozi a conduzione prevalentemente famigliare è una tendenza sempre più estesa nel Bellinzonese (e non solo). Causa di questo male è, in primis, il consolidarsi, nei punti più attrattivi della città, delle grandi catene commerciali, le quali rappresentano sempre più delle concorrenti spietate. Inoltre, l’aumento della precarietà cui è confrontata gran parte della popolazione non aiuta quei “temerari” che ancora oggi offrono prodotti de-standardizzati o a chilometro zero, i quali hanno necessariamente dei prezzi spesso più elevati rispetto a prodotti “simili” forniti dalle grandi catene.
Bisognerebbe dunque proporre una moratoria sulla costruzione di nuovi centri commerciali e una politica economica che permetta l’insediamento di aziende che garantiscano salari dignitosi. Vi sono anche altri fattori che avvantaggiano il grande commercio penalizzando il piccolo: a volte esso è più facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, i quali invece dovrebbero essere ancora più capillari su tutto il territorio. Inoltre, il grande negozio offre la possibilità di acquistare più prodotti differenti nello stesso spazio, permettendo così di risparmiare tempo ed energie.
Esistono tuttavia delle soluzioni innovative e di successo che possono sopperire a tale debolezza rilanciando i piccoli commercianti: Il coworking permette, ad esempio, a professionisti, commercianti e artigiani di ambiti diversi di lavorare nello stesso ambiente con il vantaggio di ampliare gli scambi di vedute, promuovere la discussione e le idee innovative, nonché offrire ai cittadini uno spazio condiviso dove sono offerti prodotti complementari. L’esperienza positiva del Mercato di Bellinzona ricopre una tradizione da difendere, e può essere considerata una forma “primordiale” di coworking che però si svolge solo una volta alla settimana e con la limitazione di essere all’aperto.
Quest’idea “rivoluzionaria” può consentire soprattutto ai giovani, che hanno meno mezzi economici, di mettersi alla prova e lanciare la propria attività condividendo le spese con altri. Inoltre, esso favorisce la qualità e il contatto umano fra cliente e venditore; tutto a beneficio di un migliore stile di vita.
(Articolo apparso sul GdP del 29 Marzo 2017)