Dalla Tribuna elettorale del Giornale del Popolo di martedì 14 marzo sul tema “Sicurezza e ordine pubblico”

C’è chi gioca sulla percezione d’insicurezza creando paure sproporzionate e dirottando l’attenzione dai problemi sociali di fondo a soluzioni facilone basate su capri espiatori da reprimere. Ma i problemi, per risolverli, vanno presi alla radice. E su un tema così sensibile proporrei cinque spunti di riflessione.

  1. Per garantire più sicurezza ai cittadini, prima di potenziare l’aspetto “repressivo” va migliorata a 360 gradi la qualità di vita. Oggi invece a emergere è l’insicurezza del lavoro, del salario, degli affitti. Non è infatti la bravata di un ragazzino a rendere insicura la città, quanto piuttosto il disagio sociale creato dai diktat del profitto. Lavoriamo dunque sulla cause di tale disagio: al fine di evitare situazioni di emarginazione che spesso sono all’origine di comportamenti inadeguati o criminosi va garantita la prossimità dei servizi al cittadino.
  2. Attirare tramite sgravi fiscali “azienducole” che insistono su manodopera a basso costo e precariato è sbagliato: si abbia invece il coraggio di puntare su innovazione e investimenti pubblici lungimiranti che garantiscano elevati standard sociali (vedi centro tecnologico ferroviario e polo di ricerca biomedica). Diamo insomma un futuro a chi cerca un apprendistato e un lavoro, riqualificando così pure il nostro tessuto economico e territoriale.
  3. Va rifiutata la sostituzione – anche parziale – dei corpi di polizia comunali con società private di sicurezza o addirittura di presunto volontariato sociale a mo’ di ronde (vedi City Angels a Lugano). Bisogna invece rispettare la professionalità degli agenti e puntare sulla loro preparazione umana, psicologica e tecnica, oltre che sulla loro tutela in quanto lavoratori (giubbotti anti-proiettile, rete radio, ecc.).
  4. Va creato un intervento sociale strutturato con operatori di strada e un gruppo di sostegno (composto da professionisti ma pure dai giovani) per la prevenzione del disagio.
  5. In alcune grandi città vi è disequilibrio fra centro urbano e decadenti periferie abbandonate a loro stesse. Ciò favorisce la criminalità! La partecipazione attiva dei cittadini (ad esempio con le assemblee di quartiere) è una garanzia che il disagio non attecchisca.
Dalle bravate giovanili al disagio sociale

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