Obiettivo principale della politica in merito alla mobilità dovrebbe essere quello di ridurre il numero di automobili sulle nostre strade per diminuire l’inquinamento, sia da emissioni che acustico, e migliorare la sicurezza. Non si può prescindere, in quest’ottica, dal potenziamento del trasporto pubblico. Nonostante le migliorie degli ultimi anni, per la mobilità collettiva del Bellinzonese si deve e si può fare di più. Da anni si porta avanti la politica schizofrenica di ‘un colpo al cerchio e uno alla botte’, investendo contemporaneamente sia nel trasporto pubblico sia nella mobilità privata su ruote, non riuscendo mai davvero a disincentivare l’uso di auto e motocicli. Caso emblematico è il progetto del semisvincolo di Bellinzona, che non scoraggia l’utilizzo dell’automobile ma anzi lo favorisce, e che tenderà ad accentrare il traffico verso le zone del centro cittadino. Progetto che, a differenza di quello del 2012, non contempla più una serie di misure collaterali tese a filtrare i veicoli in entrata della città.
Nel progetto originario, ad esempio, si era ipotizzato un posteggio in via Tatti con capienza di 900 stalli, mentre essi saranno ridotti della metà. Il processo di transizione verso la mobilità sostenibile richiede un vero e proprio cambio di paradigma, nonché il coraggio e la coerenza di mettere in campo una serie di politiche per rendere il trasporto pubblico e la mobilità lenta delle alternative praticabili per tutte e tutti. Le misure sono semplici ed economiche: partendo dalla chiusura di alcune corsie del centro per lasciarle a disposizione del trasporto casa-lavoro e casa-scuola in bicicletta, oppure per creare corsie preferenziali per i bus, atte a rendere più sicuri e veloci gli spostamenti.
La mobilità lenta ha bisogno di più sicurezza e di percorsi senza auto, con piste ciclabili funzionali, non interrotte o fantasma, nonché di un apposito piano per la mobilità su due ruote, adottato con successo in diverse realtà sia in Svizzera sia all’estero. Altrettanto possibile è rendere meno caro l’utilizzo del trasporto pubblico per le famiglie bellinzonesi. Attualmente la Città, tramite sussidio, copre solo il 5-7% del costo totale di un abbonamento Arcobaleno. Una misura insufficiente: per incentivare davvero il trasporto pubblico bisognerebbe arrivare a finanziare almeno la metà del prezzo degli abbonamenti per le fasce più deboli della popolazione.
È anacronistico che il nuovo Comune aggregato presenti all’interno dei suoi confini ben tre zone-biglietti Arcobaleno. L’attuale impostazione delle zone tariffarie sfavorisce i quartieri periferici imponendo ai cittadini di questi quartieri il costo di un biglietto (o di un abbonamento) per due, rispettivamente tre zone. Il Municipio deve attivarsi presso la Comunità tariffale affinché tutti i quartieri siano inseriti nella zona 200. Non solo: Bellinzona ora può diventare pioniera in Svizzera, favorendo il trasporto pubblico gratuito per i giovani e gli anziani con la complementare.