Per rilanciare il turismo nel Bellinzonese abbiamo sentito molto parlare dell’importanza di valorizzare i Castelli di Bellinzona per renderli una delle mete principali della Svizzera. Certamente essi rappresentano qualcosa di unico e da far conoscere, così come lo sono altri luoghi storici e culturali della regione, la cui promozione dovrebbe essere prioritaria non solo per i turisti, ma anche per tutti quei cittadini che hanno il piacere di riscoprire le nostre ricchezze, allievi delle nostre scuole in primis.
Consci delle opportunità che la nostra regione potrà offrire, credo perciò che non ci possa limitare solo a questo. Più che su un turismo di “massa” di tipo consumistico, bisognerebbe piuttosto puntare su un turismo di “nicchia”, settoriale, rispettoso sia del territorio sia delle tradizioni. Prossimamente la Nuova Città potrà disporre del polo di ricerca in biomedicina. Inevitabilmente attorno ad esso si svilupperanno tutta una serie di scambi di know-how e conoscenze con altri poli di ricerca in giro per il mondo (conferenze, scambi di ricercatori, ecc.). Dovremo perciò essere pronti a cogliere quest’opportunità per sviluppare un turismo settoriale legato alle scienze e alla ricerca.
Il nuovo Municipio dovrà inoltre avere il coraggio di favorire forme di gemellaggio, amicizia e cooperazione con i paesi (e le relative città) in via di sviluppo in ambito turistico, culturale e di ricerca. In questo modo si potranno differenziare i flussi turistici ed evitare di dipendere eccessivamente dal “classico” turista svizzero-tedesco, italiano o germanico.
Sempre in alternativa ad un turismo di massa, sarà importante promuovere itinerari turistici che coinvolgano le eccellenze locali: oltre alle ricchezze culturali e storiche sarà importante rendere protagonisti anche gli artigiani, gli artisti, i piccoli commercianti e i produttori a “chilometro zero” della regione.