La città di Bellinzona è diventata grande e le sfide si sono moltiplicate. Ad evidenti passi in avanti in termini sociali e ambientali, si sono susseguiti anche alcuni errori e politiche discutibili che hanno messo in evidenza una città ancora alla ricerca di una propria identità.
La conseguenza è stata una politica che si è polarizzata: da una parte chi ha portato avanti un’opposizione contro tutto e tutti, arrivando fino a strumentalizzare i decessi nelle case anziani, dall’altra chi è sceso in campo in difesa del difendibile e, spesso, anche dell’indifendibile.
Un clima da «far west» che non ha permesso una discussione rigorosa attorno ai problemi emersi, e che ha alimentato un clima di sfiducia verso l’istituzione cittadina (emblematico il caso dei lavoratori delle case anziani, i quali vengono colpiti indistintamente da termini come «strage») e la sua politica, senza riuscire a distinguere chi invece si impegna ogni giorno per portare avanti uno sviluppo reale e tangibile. Oggi dunque, anche a Bellinzona la «politica» sembra essere più una parolaccia che il mezzo per organizzarsi e per cambiare le cose.
La Bellinzona dei prossimi 50 anni la si decide però oggi, c’è poco tempo per farlo, e avremmo bisogno di tutt’altro approccio politico: critico sì, ma in modo costruttivo.
Gli errori commessi hanno reso urgente la profonda riorganizzazione del Settore opere pubbliche. Il Municipio deve ridargli al più presto operatività e legittimità davanti ai cittadini per non lasciare il campo a chi agisce per frenare il ruolo dell’investimento pubblico come motore di sviluppo della città. I giovani stanno già lasciando il nostro territorio e, se freneremo gli investimenti, da opportunità sia Alptransit, sia la Galleria di base del Ceneri si trasformeranno in un boomerang che condannerà la città a un dormitorio.
Bellinzona deve perciò ricucire lo strappo con i cittadini, mostrando loro una chiara strategia di sviluppo basata sulla qualità di vita e sui servizi in ogni quartiere. Una città attrattiva anche per studenti, ricercatori e giovani coppie, che cercano lavoro, indipendenza, possibilità di muoversi facilmente e spazi di cultura e aggregazione. Le tappe edificatorie del nuovo comparto Officine dovranno dunque essere vincolate a queste necessità sociali, garantendo sufficienti alloggi a pigione moderata (anche negli altri quartieri) per combattere gli elevati costi degli affitti che scoraggiano i giovani ad uscire dal nucleo familiare d’origine. La politica della mobilità non potrà più essere schizofrenica come oggi, dove agli importanti investimenti nel trasporto pubblico si affiancano i milioni spesi per il Semisvincolo, che annullano l’incentivo alla mobilità sostenibile, non risolvendo i problemi del traffico.
La sfida della politica non è dunque oggi quella di parteggiare per il Municipio o per chi si autoproclama l’opposizione, ma proporre un’alternativa che risponda concretamente a queste sfide del futuro e ai crescenti bisogni della popolazione.
Alessandro Lucchini, candidato sulla lista «Unità di Sinistra/Partito Comunista» al Municipio e al Consiglio comunale di Bellinzona