Il potere d’acquisto così come le condizioni di lavoro continuano a peggiorare, gli accordi bilaterali con l’Unione Europea hanno liberalizzato il mercato, favorendo il precariato e il dumping salariale. L’economia nelle mani di un padronato privo di qualsiasi sensibilità sociale e interessato unicamente ai propri profitti sul corto periodo, arranca invischiata in clientelismi vergognosi. C’è bisogno di un rinnovamento che preveda più Stato e meno mercato, che garantisca diritti ai lavoratori impoveriti, ma che dia fiato anche agli artigiani, ai commercianti e piccoli imprenditori che non reggono la concorrenza sleale del grande capitale transnazionale.
Tratto dal programma d’azione del Partito Comunista: http://www.partitocomunista.ch/tabu/
Programmiamo l’economia del futuro: più Stato e meno mercato!
• Noi vogliamo che siano dichiarate non gradite quelle aziende che si insediano in Ticino solo per sfruttare la manodopera e il territorio!
• Noi vogliamo che si vietino le delocalizzazioni di aziende che beneficiano di sgravi fiscali e altri incentivi dallo Stato o almeno che si preveda un potenziamento della clausola di restituzione delle agevolazioni ricevute dai beneficiari che decidono di stabilirsi fuori Cantone.
• Noi vogliamo che si dia fiducia ai giovani, aumentando nel settore pubblico i posti di apprendistato e offrendo più impieghi per i ragazzi che svolgono il servizio civile.
• Noi vogliamo che ci si apra ai paesi emergenti. Ciò è necessario per diversificare i nostri partner commerciali, sfruttare le opportunità di un nuovo mondo in ascesa e uscire dalla dipendenza di una Unione Europea (UE) in declino.
I settori economici strategici siano in mano pubblica!
• Noi vogliamo che lo Stato promuova sia la nascita di poli industriali dedicati a specifiche attività produttive, sia la ricerca pubblica per favorire l’innovazione economica, allo scopo di ridurre le ore di lavoro per tutte/i e di aumentare i salari.
• Noi vogliamo non solo favorire un reale controllo democratico sulle aziende di proprietà pubblica che oggi invece agiscono secondo le logiche del mercato, ma anche finirla con la gestione aziendalistica dei servizi amministrati dallo Stato.
• Noi vogliamo bloccare tutti i piani di riorganizzazione della Posta e potenziarne i servizi e le infrastrutture soprattutto nelle regioni periferiche, insomma: ri-nazionalizziamola!
• Noi vogliamo che BancaStato sia una banca pubblica che faccia gli interessi delle famiglie e del tessuto produttivo locale.
Valorizziamo gli artigiani e le piccole imprese locali!
• Noi vogliamo che lo Stato favorisca il consumo di prodotti e servizi frutto del lavoro di artigiani, agricoltori e aziende locali. Allo stesso tempo non vanno più costruiti nuovi grandi centri commerciali che fanno concorrenza sleale.
• Noi vogliamo un rilancio della politica economica che metta al centro il sostegno alle PMI che producono alto valore aggiunto garantendo standard sociali e ambientali elevati.
• Noi vogliamo una “nuova LIA” che non discrimini i piccoli artigiani locali e che blocchi quelle aziende che calpestano i diritti dei lavoratori e che non operano a regola d’arte.
• Noi vogliamo che lo Stato metta a disposizione spazi di co-working per la condivisione dei prezzi degli affitti che attualmente strangolano il commercio locale.
Contro il precariato, più diritti e lavoro qualificato!
• Noi vogliamo non solo dei salari dignitosi di almeno Fr. 4’000.- mensili per tutti i lavoratori e un minimo di Fr. 1’000.- per gli apprendisti, ma anche molti più controlli sui luoghi di lavoro e l’istituzione di un Tribunale del Lavoro gratuito per i lavoratori.
• Noi vogliamo l’introduzione del diritto alla riqualifica e all’aggiornamento professionale pagato e un sistema di preferenza ai non-occupati residenti non solo per le assunzioni nell’amministrazione pubblica, con un rafforzamento del sostegno ai disoccupati, frenando in questo modo il passaggio dall’assicurazione disoccupazione all’assistenza sociale.
• Noi vogliamo il divieto di attività per le agenzie di lavoro interinale e il potenziamento del collocamento pubblico.
• Noi vogliamo delle misure di “salario indiretto” soprattutto per i giovani, come l’accesso agevolato all’offerta culturale e sportiva e il materiale scolastico gratuito.